Ecografia 3D: è davvero utile?

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Oggi sempre più donne in attesa sentono parlare o si sottopongono all’ecografia 3D. Se sei curiosa di sapere di cosa si tratta e a cosa serve continua a leggere.

A differenza della classica ecografia “in bianco e nero”, l’ecografia 3D fornisce un’immagine tridimensionale del bambino nell’utero.

Vedere l’immagine 3D del proprio bambino prima della nascita, regala sicuramente una grande emozione alla coppia in attesa, che però spesso si ritrova a fare questa ecografia senza sapere bene cosa aspettarsi dal risultato. Innanzitutto, è utile sapere che questo tipo di ecografia non è obbligatoria: la coppia può scegliere se farla o no, soprattutto visto che ha un costo tutt’altro che economico.

Dal punto di vista medico, l’ecografia 3D è un esame di secondo livello che viene consigliato solo nel caso in cui durante l’ecografia tradizionale si scoprono delle anomalie che devono essere esaminate meglio (per esempio spina bifida o labiopalatoschisi, ecc.). Oppure può essere consigliata alle coppie più a rischio di avere un figlio affetto da patologie genetiche, in quanto l’osservazione dei lineamenti fetali può consentire l’individuazione dei segni caratteristici di alcune sindromi cromosomiche. È uno strumento potente, in cui però la bravura di chi lo usa fa la differenza: per avere risultati affidabili ci vuole un’ecografista esperto, qualificato e con una buona manualità. Inoltre, questo tipo di ecografia ha molti limiti nello studio degli organi interni e comunque permette di diagnosticare la stessa percentuale di malformazioni della metodica tradizionale, non di più.

Per questi motivi l’ecografia tradizionale (bidimensionale) rimane comunque la metodica di prima scelta nello studio delle malformazioni fetali.

Molti ginecologi ed ecografisti sono poi in disaccordo con l’uso che si sta facendo dell’ecografia 3D negli ultimi anni, ovvero sull’uso esclusivamente ludico di questo strumento, offerto ai futuri genitori solo per soddisfare la loro curiosità di vedere il bambino ma senza specifiche indicazioni mediche.

Il rischio infatti è che queste ecografie fatte “per gioco” e a scopo non diagnostico, generano false sicurezze nelle coppie, con la possibilità di trascurare altri esami importanti e di avere delle aspettative sulla salute del bambino che potrebbero essere confutate dopo la nascita, in quanto nessuna tecnica ecografica, neanche l’eco 3D, è in grado di diagnosticare il 100% di tutte le possibili patologie e malformazioni.

Oppure, soprattutto l’ecografista è poco esperto, l’ecografia 3D può portare ad avere un falso positivo, quindi evidenziare una malformazione fetale che in realtà non c’è, creando allarmi e ansie ingiustificate nelle coppie e nei professionisti e facendo entrare la coppia in attesa in un percorso di medicalizzazione della gravidanza e maggior interventismo nel parto con un aumento del rischio, stavolta reale, di complicanze per la salute di mamma e bambino.

Del resto, è importante ricordarsi che in gravidanza non vale la regola che più controlli si fanno e meglio è per il bambino: come ogni altro controllo o esame, anche l’ecografia 3D fatta senza indicazioni valide può portare più problemi che benefici.

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